“Non so cosa scegliere”:
perché è così difficile prendere una decisione?

Quanto spesso nella vita quotidiana ci troviamo davanti a piccole scelte, che in alcuni casi sono automatiche mentre in altri il prendere una decisione può essere un processo lungo, impegnativo e complesso.

Per questo motivo il decision making (prendere una decisone) caratterizza alcuni dei più importanti eventi della nostra vita: ad esempio, scegliere con chi sposarsi, quale casa comprare, su quale lavoro investire, se smettere di fumare … sono decisioni che devono tenere in considerazione diversi elementi e devono esser valutate in base ad un tempo futuro; invece, se bere un altro bicchiere prima di mettersi alla guida dell’auto, quale pizza prendere in una serata con gli amici o scegliere se scappare da un pericolo, richiedono che il processo del decision making sia rapido ed efficace.

Prendere delle decisioni di solito richiede la valutazione di almeno due opzioni, che differiscono rispetto a diverse caratteristiche ed elementi.

La selezione di un’opzione a scapito di un’altra richiede che la persona metta in atto una valutazione complessiva delle diverse alternative, utilizzando specifiche modalità di ricerca ed elaborazione delle informazioni e strategie decisionali.

Nella maggior parte dei casi prendere decisioni significa:

  • Essere consapevoli che esiste una certa quantità di rischio associata alla scelta di una delle alternative disponibili
  • Desiderare di trovare e scegliere l’alternativa migliore
  • E’ necessario dedicare tempo sia alla fase di ricerca che di scelta.

Quando prendiamo una decisone i fattori che influenzano le nostre scelte sono caratterizzate:

  • dal livello di ansia percepito
  • dal modo in cui affrontiamo situazioni od eventi stressanti (chiamate strategie di coping)
  • dalla capacità di elaborazione delle informazioni
  • dalla pressione temporale (entro quanto tempo devo decidere?)
  • dalle nostre caratteristiche di personalità
  • dall’ottimismo o pessimismo

Un altro fattore  che sembra avere un ruolo importante è la capacità di tollerare lo stress derivante, ritenendo che una scelta potrebbe comportare svantaggi personali o sociali , oppure che se la scelta si rivelerà errata si potrebbe correre il rischio di veder compromessa la propria immagine.

4 STILI DECISIONALI:

1- la Procrastinazione: quando il decisore tende a posticipare il momento in cui affrontare il problema decisionale .

2- L’Evitamento difensivo: il decisore evita di affrontare la situazione conflittuale, attribuisce ad altri la responsabilità della sua risoluzione e individua una serie di motivi e giustificazioni a sostegno di tutto ciò.

3- L’Ipervigilanza: il decisore ricerca freneticamente informazioni e “dettagli” anche di secondaria importanza o si “aggrappa” alle prime situazioni individuate, che non stimolano l’analisi delle conseguenze ad esse associate nel medio e lungo termine. Tutto ciò comporta, generalmente, elevati livelli di stress e coinvolgimento emotivo.

4-La Vigilanza: il decisore tenendo presenti gli obiettivi che gli stanno a cuore e che intende perseguire, esamina ogni possibile gamma di opzioni risolutive, ricerca e seleziona accuratamente le informazioni, le analizza cercando di tenere sotto controllo pregiudizi e stereotipi, anticipa e valuta attentamente, prima di decidere, le probabili conseguenze derivanti dalle sue azioni.

Quest’ultima modalità di gestire le situazioni problematiche si caratterizza come processo adattivo. È associato a moderati livelli di stress e sembra maggiormente garantire la realizzazione di decisioni “razionali”ed efficaci.

In conclusione quanto più spesso affrontiamo una scelta, piccola o grande che sia, quanto più diventeremo “allenati” a farlo, imparando ad ascoltare davvero noi stessi, a prenderci le responsabilità e a dirigere consapevolmente la nostra vita, perché le decisioni sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.

Pin It on Pinterest