In Italia cinque milioni di persone soffrono di attacchi di panico, sapere che si è in molti a soffrire dello stesso malessere aiuta a non sentirsi diversi dalle altre persone, ma la paura predominante è di non riuscire a superarlo.
Quando le persone vivono una situazione di stress prolungato a causa della perdita del lavoro, di una separazione, di un lutto o di altri problemi, la respirazione tende a diventare molto rapida e ci si rende conto di non essere in grado di riprendere fiato, avvertendo una sensazione di mancanza d’aria, creando molta ansia e paura.
La paura è un’emozione primaria di difesa generata da un pericolo reale o da un suo ricordo, che prepara l’organismo a fuggire o ad affrontare la situazione che percepiamo come pericolosa, la reazione immediata del nostro corpo è quella dell’aumento del battito cardiaco e della pressione, mentre lo stomaco si contrae; questa è una risposta funzionale e innata che abbiamo appreso nel corso dell’evoluzione, ma a volte succede che quegli stessi sintomi si presentino mentre ci si trova tranquilli nelle proprie case o si sta guidando l’auto e il cervello inizia a decodificare queste informazioni come pericolose, come se fossimo di fronte a un pericolo reale.
Ciò che si dovrà fare, insieme al professionista, è apprendere ad affrontare la propria paura, che è una competenza che è possibile imparare, modificando i pensieri non funzionali, le risposte emozionali intense e il comportamento di fuga dalla situazione temuta.
Chi soffre di attacchi di panico ha una cronica tendenza ad interpretare anche lievi sensazioni fisiche come pericolose, catastrofiche, essere consapevoli dell’associazione automatica tra sintomo fisico e pensiero catastrofico è un primo passo importante per comprendere che i sintomi non sono pericolosi e i pensieri non si realizzeranno, perché falsi, in quanto la nostra mente interpreta la realtà in modo erroneo.
Dopo un’accurata valutazione e la definizione degli obiettivi, che si intendono raggiungere è importante riuscire a visualizzare fin dove si potrà arrivare, perché quanto più l’immaginazione sarà vivida tanto più ci si proietterà verso l’azione.
Fondamentali per affrontare il panico, oltre alle tecniche di esposizione in immaginazione e in vivo, sono il rilassamento muscolare e la respirazione diaframmatica, fare costante attività fisica (camminare, correre, andare in palestra), si possono utilizzare esercizi di mindfulness – ovvero il porre attenzione, in modo intenzionale, al momento presente, accettando, senza giudicare -, utili per gestire le emozioni negative come rabbia e/o tristezza, sviluppare un dialogo interno che determini un atteggiamento più sereno e infine gestire la propria vita sociale, ricordando che per migliorare il proprio stato d’umore è opportuno frequentare persone positive e allegre, evitando quelle che si lamentano.
L’attacco di panico può essere definito come un fulmine a ciel sereno, che può essere generato da diverse difficoltà (lavoro, salute, lutti, separazioni, problemi economici…), ma qualunque ne sia la causa ciò che importa è come si affronta il problema, ovviamente il primo obiettivo che si pone chi ne soffre è come imparare a gestirlo e a superare la crisi, ma poi ci si rende conto che vi sono altre difficoltà da superare nella vita quotidiana, per questo motivo è importante volersi bene e mettere il proprio benessere al primo posto e per fare ciò alcune regole: lavorare con passione senza annullare la propria esistenza, essere indipendenti, sapere che è possibile modificarsi, accettare le difficoltà e gli insuccessi, prendersi cura di se fisicamente cioè alimentazione corretta e regolare attività fisica.

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